E se si potesse volare utilizzando un carburante alternativo, tipo olio da cucina? Non è una idea visionaria, piuttosto una realtà, un esperimento portato avanti da un aereo commerciale a lungo raggio sulla tratta Heathrow– New York, che ha impiegato un carburante cento per cento naturale. E si tratta di una vera e propria novità, considerando che le autorità di regolamentazione non permettevano di utilizzare più del 50% di carburante ecologico. In questo caso, quel carburante, è composto da olio da cucina esausto, prodotti a base vegetale e grasso animale di scarto, mescolati con una minima quantità di cherosene sintetico a sua volta ricavato dal mais.

C’è un “però”, e a metterlo in luce è stato Holly Boyd-Boland, vice presidente dello sviluppo aziendale di Virgin Atlantic, che ha puntualizzato: “Non si tratta di un esperimento a emissioni zero. Esso dimostra però che abbiamo enormi leve là fuori e enormi opportunità per ridurre materialmente già oggi le emissioni di carbonio dei voli”.

In virtù di questa novità, la speranza delle compagnie aeree è che il SAF, ovvero il particolare carburante composto da olio da cucina, possa ridurre le emissioni nette fino al 70% rispetto ai carburanti fossili.

Ma ci sono altre due notizie, una positiva e una negativa: da una parte il suo utilizzo non necessita di motori speciali o modifiche ai velivoli; dall’altra, produrre questa miscela ha un costo tre o cinque volte superiore rispetto al carburante tradizionalmente impiegato dagli aerei.

Un rapporto della Royal Society Net Zero Aviation Policy avrebbe inoltre dimostrato che, per soddisfare la domanda di carburante dell’aviazione, sarebbe necessario dedicare alla produzione di SAF la metà dei terreni agricoli complessivi del Regno Unito.

Infine, sembra che il Governo d’Oltremanica stia valutando di impiegarlo non per gli aerei, ma per auto e camion.